"Stai zitta o ti uccido". Donna massacrata e stuprata in ascensore - ilGiornale.it

2022-10-10 15:32:32 By : Mr. Jin Xu

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La vittima, 40 anni, stava rientrando a casa. In manette uno straniero irregolare in Italia

Si è scagliato su di lei come fosse un demone. L'ha picchiata, minacciata di morte, violentata e rapinata. Poi è scomparso nell'ombra.

Dopo un mese di angoscia è finito l'incubo di una donna di quaranta anni di Segrate, hinterland est di Milano. I carabinieri hanno stretto il cerchio attorno all'uomo che le ha fatto del male. Ancora una volta si tratta di uno straniero di origine maghrebina, senza fissa dimora, irregolare in Italia e con precedenti di polizia. H.S., nato in Libia e noto alle forze dell'ordine anche con l'alias di un marocchino di 28 anni, una volta braccato non ha potuto far altro che ammettere le sue colpe.

L'episodio di cui dovrà rispondere è accaduto qualche giorno prima di Natale. Un Natale che la vittima non dimenticherà per tutta la vita. Il 21 dicembre alle 22.30, infatti, la donna aveva appena parcheggiato la sua macchina nel garage del condominio. Era uscita con un'amica per un corso di cucina, poi una passeggiata e si stava avviando verso casa quando è stata raggiunta e sorpresa dallo sconosciuto.

Lei aveva già premuto il pulsante dell'ascensore, ma lui è riuscito a bloccare le porte con una gamba ed è entrato a forza all'interno. L'ha percossa alla testa, l'ha presa a schiaffi dicendole di non urlare o altrienti l'avrebbe uccisa e le ha rubato smartphone e 35 euro che la donna aveva nella borsa. Poi, approfittando del fatto che il suo volto era nascosto da mascherina e cappuccio, si è abbassato i pantaloni e, dopo averla picchiata di nuovo, l'ha obbligata a subire un rapporto sessuale orale e poi uno completo.

«Ho paura ti prego non farmi del male», lo implorava la malcapitata. Ma ogni volta che cercava di sfuggire, lui la riafferrava scaraventandola a terra. La teneva per i capelli per farla stare zitta e probabilmente avrebbe continuato con la sequela di violenze se non avesse sentito un rumore all'esterno dell'ascensore. Si è spaventato credendo che qualcuno avesse sentito o capito quello che stava avvenendo e questo lo ha convinto a fuggire.

«Temevo mi avrebbe ucciso avevo tanta paura, mi minacciava che non avrei dovuto dire nulla facendomi credere che mi conoscesse, dicendo che aveva parlato di me con il portinaio», ha raccontato più tardi la quarantenne. Sotto choc si è trascinata fino a dentro casa, si è barricata all'interno ed è riuscita a chiamare i suoi familiari e il 112. In ospedale la è stata medicata dai sanitari che hanno accertato le violenze che aveva subito.

I carabinieri, poi, hanno raccolto la sua testimonianza e sono riusciti a tracciare un identikit dello stupratore, annotando come era vestito. Così hanno potuto passare sotto la lente d'ingrandimento le immagini delle telecamere di videosorveglianza presenti nella zona. In un frame il balordo è stato riconosciuto dalla donna e i fotogrammi dei circuiti delle stazioni ferroviarie e del Comune, in un secondo tempo, hanno permesso di ricostruire gli spostamenti dell'aggressore, che era partito da un treno a Pioltello, era sceso a Segrate, era arrivato a quel condominio teatro dello stupro e poi era fuggito di nuovo in direzione della stazione di Segrate.

Gli esperti del Ris di Parma e i carabinieri della compagnia di San Donato Milanese sono riusciti a estrapolare dall'interno dell'ascensore perfino un'impronta dell'indagato, che alla fine è stato inchiodato alle sue responsabilità anche dal materiale biologico ritrovato sull'abito della donna. Dopo averlo analizzato i militari dell'Arma non hanno avuto dubbi.

A meno di un mese di distanza dall'episodio, quindi, le indagini coordinate dall'aggiunto Maria Letizia Mannella e dal sostituto Rosaria Stagnaro hanno portato al fermo dello straniero, che dovrà rispondere di accuse pesanti che vanno dalla violenza sessuale alla rapina aggravata. Davanti ai carabinieri non ha opposto resistenza ed che è stato rinchiuso nella prigione a San Vittore.

H.S. è stato in carcere diverse volte, l'ultima a Vigevano dove gli è stato anche prelevato il Dna. Nei suoi confronti pende un ordine di espulsione dall'Italia firmato nel settembre scorso dal questore. Ma come in mille altri episodi analoghi era ancora libero di far del male.

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