Brugnaro da Vicenza attacca: «Mandare a Roma solo chi abita qui» | G. di Vicenza

2022-10-09 22:04:17 By : Mr. Francis Yang

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«Non possiamo mandare a Roma persone che non abitano qui». Luigi Brugnaro, in piazza Biade a Vicenza per presentare i candidati vicentini di “Coraggio Italia” non nomina mai Enrico Letta. Però la stilettata è evidente. Così come un altro “colpetto” arriva con il commento: «Il ’45 è passato da quasi un secolo e dobbiamo avere la sicurezza che questo Stato non tornerà indietro». Insomma, le stoccate non sono mancate ma il core business della presentazione delle liste che includono Stefania Fochesato per il Senato, Pierpaolo Longo, Luciana Zaccaria, Stefano Lain e Tiziana Piccolo è rimasto la concretezza. Arrivare al risultato rinunciando a qualcosa è meglio di perdere tutto.

Il tema, nemmeno a dirlo, è l’autonomia e Brugnaro non molla: «Al Veneto serve. Bisogna portarla a casa e non limitarsi a parlarne così si realizza la catena corta della responsabilità e uno sa di chi è la colpa se un’opera non viene finita». Brugnaro propone un “Sogno veneto” dal sapore statunitense: «Non dobbiamo lasciare i bambini sul divano a aspettare assistenza. Devi essere assistito solo se hai problemi. Sennò ti devo mandare a lavorare e ti devo far capire che devi guadagnarti il tuo futuro rapidamente. Dobbiamo riprendere l’ascensore sociale. Un ragazzo deve sapere che può entrare fattorino in un’azienda e arrivare a diventare amministratore delegato se è bravo».

Sul tema infrastrutture, «le Olimpiadi sono uno stimolo per connettere tutto il Veneto come un’unica grande città metropolitana». Mentre autonomia e presidenzialismo si conciliano perfettamente: «Qualsiasi stato federale è normale che abbia un coordinamento. Se poi quel coordinamento viene votato dai cittadini e non deciso dal Parlamento in maniera poco chiara, c’è una doppia garanzia. Dobbiamo immaginare un futuro diverso tutti assieme». Da ultimo, un riferimento alla devastante crisi energetica: «I leader dei partiti possono costruire una manovra con più efficace. Il governo in carica ha messo 12 miliardi ma iniziamo a verificare quali sono le priorità. Poi c’è da intervenire sull’Europa senza essere fatalisti. Hanno fatto molto per le difficoltà legate alla Brexit ma ora c’è da fare per chi è in ginocchio dalle sanzioni. Il Veneto in questo campo non conta nulla, porta voti ma viene abbindolato». 

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